Solo ieri eravamo al sud. Nei pressi di Salerno, a Bellizzi per la precisione nelle splendide strutture di Officine Fotografiche, dove hanno trovato sede i fondatori di “Fotografi in Circolo“.
Siamo stati chiamati per un workshop, quello che io e Luca abbiamo intitolato “Dettagli Umani” del quale abbiamo già detto tante volte. La sera prima del workshop abbiamo parlato un po’ con i ragazzi. Beh è stata una delle poche volte che ho sofferto di preventiva “ansia da prestazione”. Parlando con loro, con Matteo Carbone in particolare che ci ha guidato all’interno della struttura e del loro “pensiero” sulla fotografia, abbiamo capito che questa compagine fa sul serio. Innanzitutto: non solo fotografi ma grafici, esperti (veri) di informatica, stampatori per professione. Poi pignoli e seri, motivati, giovani. Uno studio davvero ricchissimo non solo di attrezzature (per quelle, in fondo, servono solo i soldi) ma di tante piccole cose, oggetti, segnali che ti fanno capire che quello studio viene utilizzato sul serio per “svolgere delle idee” e non fare solo fotografie. Sorridenti, propositivi e anche loro in fondo spaventati: l’associazione nasce da poco, il nostro è uno dei primi workshop proposti, e la paura di sbagliare o di realizzare “cose” non coerenti con lo spirito dell’associazione, beh, la sentivano anche loro e lo abbiamo capito dalle domande che ci ponevano.
La sera in albergo, io e Luca abbiamo deciso per l’indomani di saltare a piè pari una parte del workshop che avevamo preparato. Ci siamo detti che se il livello, e la “fame” di fotografia era questa, forse sarebbe stato più giusto fare una cosa: non utilizzare le tante attrezzature dello studio (o utilizzarle in modo inusuale), per provare a mettere di fronte i partecipanti ad un fatto che per noi è professione: utilizzare i meccanismi e le “facilities” offerte dal digitale per scattare correttamente ma in condizioni difficili, ovvero senza l’ausilio di troppe attrezzature come succede in “campo”.
Siamo stati fortunati ad avere Nathasha Legeyda con noi. Paziente modella, ferma nel redarguire i partecipanti intimoriti che “non parlavano con lei” durante le pose 🙂 e stoica nell’indossare alcune creazioni bellissime e surreali realizzate da Viviana Davio (www.artevivia.com) , costruite in lexan, rame, e metalli; strepitose, ma decisamente non “pret a porter.”
Il risultato? Una serie di still life “umani”, magistrali e emozionanti, uno stilizzato “mare nero”realizzato con un solo punto luce (con buona pace del bellissimo ed enorme ombrello utilizzato al contrario), e per vedere altre belle immagini…seguite la pagina Facebook di “Fotografi in Circolo“. Alla fine, dal digitale siamo passati alle polaroid scattate in medio formato…
e ci siamo lasciati col sapore di un incontro (e di una cena in una splendida masseria) e la certezza che che la vera fotografia, anzi la passione per l’immagine in generale, esiste ancora e a Salerno ne esiste un esempio tangibile.